TECNOLOGICA, INCLUSIVA E GREEN: BENVENUTA GENERAZIONE ALPHA!

In questi giorni si discute sull’opportunità di chiudere nuovamente le scuole e ritornare alla didattica a distanza. Ma l’84% dei bambini della Generazione Alpha, nati dal 2010 in poi, secondo la ricerca commissionata da BNP Paribas Cardif, durante i mesi del lockdown erano impazienti di tornarci, sia perché desideravano rivedere i loro compagni (81% di chi vuole tornare), sia perché non gli piaceva fare lezione online (19%). Sono le bambine ad aver accusato di più la mancanza della scuola (92%) rispetto ai bambini (75%), mentre a livello di età non emergono particolari differenze (nella fascia 5/7 anni la percentuale è dell’85% e nella fascia 8/10 è dell’82%).

Tanti gli altri temi affrontati dalla ricerca, come il rapporto con la tecnologia e i social, il tempo libero e la sfera sociale, l’attenzione alla sostenibilità e all’inclusione, la sicurezza, gli aspetti economici legati al loro mantenimento, e un focus sulle assicurazioni.

Moderni, iperconessi, green, inclusivi: i bambini della Generazione Alpha, nati dal 2010 in poi, sono i primi veri “nativi digitali a 360 gradi”, i primi di una nuova umanità che sembra non conoscere barriere, né tra reale e virtuale, né tra uomo e donna, né tra etnie, e che ha a cuore il futuro del pianeta. È questo l’identikit emerso dalla ricerca “Tecnologica, inclusiva e green: benvenuta Generazione Alpha!” commissionata da BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia[2], e condotta da Friendz, Tech & Social company che ascolta le community digitali per ricavare small data e insights inediti. Lo studio, realizzato con un approccio innovativo, ha visto sia il coinvolgimento tramite app di circa 1.000 genitori con figli da 5 ai 10 anni, sia di 100 bambini che, grazie all’aiuto dei genitori stessi, hanno interagito rispondendo ad alcune domande utilizzando anche immagini e disegni.

“Ogni generazione, dagli Over 65 ai Millennials fino alla Generazione Z, già al centro di altre nostre ricerche, ha caratteristiche uniche, ma con la Generazione Alpha abbiamo scoperto un mondo completamente nuovo” – afferma Isabella Fumagalli, Head of Territory for Insurance in Italy di BNP Paribas Cardif. “I nati dal 2010 in poi riescono a rompere completamente gli schemi, regalandoci una vera e propria ‘ri-generazione’ umana che sovverte gli stereotipi di genere, supera le diversità culturali e difende il pianeta. Non sono solo semplici “nativi digitali” ma soprattutto “nativi social”, costantemente immersi tra vita reale e vita virtuale, esattamente la dimensione della nuova normalità. Una contaminazione che genera nuovi rischi e bisogni definendo la sfida all’orizzonte per il mondo assicurativo: proiettarsi nel futuro con soluzioni sempre più evolute, semplici e trasparenti per la protezione fisica e digitale di tutte le persone, anche dei più piccoli, rendendo l’assicurazione più accessibile.”

Partiamo dall’ambito tecnologia. Nati dopo Facebook, Instagram, YouTube e Twitter, non conoscono un mondo senza Internet e social media; è una parte del loro DNA. Secondo quanto dichiarato dai genitori, infatti, il 62% dei bambini inizia ad usare dispositivi tecnologici prima dei 5 anni; una percentuale che, di anno in anno, tende ad aumentare, a dimostrazione che l’età di accesso alla tecnologia si abbassa sempre di più. Come ci si aspettava, i bambini usano principalmente smartphone (62%) e tablet (55%). Il 53% può vantare, poi, almeno un dispositivo di sua esclusiva proprietà, anche se solo il 9% gode di completa autonomia nell’utilizzo, mentre il 45% è sempre controllato dai genitori e il 46% lo è a volte. Per cosa li usano principalmente? Per giocare (50%) e per guardare video o cartoni (21%), ma c’è anche chi lo usa per seguire le lezioni (10%). E per quanto tempo al giorno? In media 107 minuti, un po’ di più per i bimbi dagli 8 ai 10 anni (121 minuti) rispetto ai più piccoli (93 minuti).

Al di là dei social network, le preferenze in tema di tempo libero tendono a variare molto con diverse sfumature tra maschi e femmine e per fasce d’età. In media, i giocattoli restano la prima scelta (47,5%), seguiti dal disegno (30%), stare con gli amici (29%) e guardare la TV (28%). Crescendo, i bambini dagli 8 ai 10 anni preferiscono in assoluto i videogame (48%) e lo sport (38%), senza trascurare gli amici (38%). Un tocco di creatività in più per le bambine della stessa età, che preferiscono le attività creative come musica e disegno (41%) e i giocattoli (40%).

In questi ultimi mesi anche le abitudini dei bambini della Generazione Alpha sono state stravolte da una serie di cambiamenti importanti. Il principale effetto del lockdown è stato l’aumento del tempo passato davanti alla TV, cresciuto per il 28% dei bambini. Si fa sentire molto la mancanza della scuola, come dichiara l’84% dei bambini, con punte che arrivano al 92% tra le bambine. Durante il lockdown, inoltre, il 27% ha patito il non poter stare con gli amici, il 20% con i nonni.

Capitolo economia: quanto spendono le famiglie italiane per tutte le esigenze del figlio? In media, per metà dei genitori (50%) la quota è sotto i 200€ mensili, per il 42% oscilla tra i 200€ e i 400€, mentre solo il 3% dichiara di spendere più di 500€. Sul fronte dei consumi quasi cinque genitori su dieci (46%) indicano come voce più importante l’abbigliamento, seguita dalle attività extrascolastiche (17%).

Passiamo ora ad uno dei problemi più spinosi e delicati che i bambini si trovano ad affrontare già nella prima età scolare nel nuovo millennio, ovvero il cyberbullismo. A livello generale il 46% dei bambini da 5 a 10 anni ne è a conoscenza, ma la percentuale sale al 73% tra i bambini dagli 8 anni in su, mentre cala tra le fasce dei più piccoli (30%). Un aspetto importante dato che il 9% dei bambini si è imbattuto in episodi di questo genere.
Per proteggere i propri figli dal cyberbullismo i genitori ricorrono soprattutto al controllo dei dispositivi dei figli (l’84% dichiara di monitorarli) e all’utilizzo dei software di parental control. Inferiore, invece, il ricorso alle polizze assicurative ad hoc contro il cyberbullismo, con quasi nove genitori su dieci che dichiara di non conoscerle. Un dato che mostra come sia necessaria una maggiore sensibilizzazione su questo tema da parte dei player del settore, delle associazioni e delle istituzioni.